Grazie ragazzi Aggiornamento importante questo!
Novembre e dicembre, in Argentina, sono mesi ben diversi dall'Italia. Siamo dall'altra parte del mondo, il freddo lascia pian piano spazio alla temperatura più mite, si inizia ad intravedere la primavera. Ai tempi dovetti abituarmi, adesso la vivo meglio, sono situazioni completamente diverse rispetto a casa. Ma il buono di questo periodo, qui, è che ci si comincia a sciogliere, anche in campo. E si iniziano a vedere partite meno dure e più gradevoli, più vive. E con più gol.
Contro il Patronato magari non ancora, ma il 3 novembre qui è come fosse un marzo, per cui ci facciamo andare bene l'ennesimo 1-0. Ma l'Argentinos Jr, il Lanus e il Defensa Y Justicia devono lasciarci il passo in maniera più netta, con ben 9 gol in 3 partite e una difesa che, di nuovo, ne concede uno solo. Sembriamo aver trovato una quadratura più ordinata anche in attacco e il nostro gioco ne risente positivamente, senza andare in sofferenza quando non abbiamo il pallone. Una marcia inesorabile al momento quella di questi ragazzi, che stanno facendo vedere di che pasta sono fatti. La classifica, d'altro canto, rispecchia questo andamento: dobbiamo recuperare la partita contro il Newell's Old Boys, ma siamo in testa di 6 punti.
Ma l'appuntamento chiave di questo fine 2020 è quello del Maracana, dove affrontiamo il Flamengo per la finale di Copa Libertadores, che da qualche anno ha preso il nome del suo sponsor principale, la Bridgestone. Davanti un 11 di tutto rispetto, con Diego Alves a difendere i pali, linea difensiva composta da Isla, Rodrigo Caio, Pereira e Filipe Luis, centrocampo di talento composto da Gerson e Thiago Maia, mentre Everton Ribeiro, De Arrascaeta e Bruno Henrique vanno a sostegno di Pedro, unica punta. Occhio anche alla panchina, che annovera fra gli altri Willian Arao, Pedro Rocha, Renè, Lincoln e, soprattutto, Gabriel Barbosa. Ma l'apertura del match è tutta nostra: Cardona, dalla destra, serve Guillermo Fernandez, schierato da mezzala offensiva, che vince un rimpallo e a tu per tu con Diego Alves non sbaglia: 1-0.
Tanto nervosismo, falli tattici e qualche ammonizione di troppo. Sembriamo reggere l'urto trovando anche qualche occasione per il raddoppio, ma la doccia gelata arriva da corner: cross in mezzo di De Arrascaeta, torre di Leo Pereira che anticipa Campuzano e tap-in vincente di Bruno Henrique, è 1-1.
Questo gol ci obbliga ai supplementari, dove per gli avversari entrano i freschi e, soprattutto, Gabigol, che dalla destra, al 102°, imbecca De Arrascaeta che da solo davanti ad Andrada non fallisce. 2-1, settore dei tifosi del Boca ammutolito. Sembra la fine.
Ci riversiamo in avanti e otteniamo, al 114°, una punizione dalla destra: il pallone va da Jara a Zeballos, che salta un avversario e la mette al centro, dove Almada, spostato unica punta, fa il lavoro di Tevez: stop, perno e giro, con la palla che finisce sui piedi di Cardona, che da lì non può sbagliare: 2-2!
Avremmo l'occasione di chiuderla al 121° con Almada, che di testa se la fa parare da un miracolo di Diego Alves, che trascina la gara ai rigori. Ne ho tirati di pesanti in vita mia, ed ero in campo in grandi sconfitte (Roma - Arsenal) e grandi trionfi (la finale del Mondiale), ma quando li guardi da lontano pesano ancora di più. Cardona segna il primo, Barbosa viene murato da Andrada. Sembra iniziare tutto alla perfezione, ma Almada la spara larga, dando l'occasione a Filipe Luis di pareggiare i conti. Da lì è un batti e ribatti.
Guillermo Fernandez, gol. Everton Ribeiro, gol. Gonzalo Maroni, gol. De Arrascaeta, gol. Jara, gol. Rene, gol. Izquierdoz, gol. Arao, gol. Lisandro Lopez, gol. Pedro Rocha, gol. Agustin Almendra, gol.
E poi Leo Pereira, che si avvicina al dischetto sicuro di se. Rincorsa breve. Destro forte, ma poco angolato. Esteban Andrada. E poi un boato, che ha percorso l'Argentina intera, da Buenos Aires alla terra del fuoco e viceversa. La gente piange sugli spalti, piange dietro le televisioni nei barrios della capitale. Tano ha vinto. Siamo campioni, abbiamo vinto la Copa Libertadores!
E poco male se il Mondiale per Club, dopo la vittoria in semifinale, ci vede cadere contro la corazzata Bayern Monaco, decisamente troppo forte per noi. Ho mantenuto la mia promessa e in 6 mesi. Ma questo, ragazzi, è solo l'inizio.
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