Ragazzi a fine anno scade il contratto a Ibra, sono a gennaio 2022 ora e non voglio rinnovarlo.
Ho comprato Vlahovic in estate, poi ho Giroud e punto a prendere un altro attaccante più giovane di Ibra (non che ci voglia molto ehehe).
Lui ha chiesto più minutaggio e il rinnovo, se dovesse diventare scontento, essendo giocatore leader, devo temere una rivolta dello spogliatoio?

Qual è il collegamento?
No, non lo ritengo allucinante e se leggi i miei commenti di questi giorni capisci la mia linea e come la penso.

Pure il mio era un parere, però lo posso spiegare e contestualizzare con dati e discorsi prevalentemente economici.

secondo me cambieranno molti concetti che stavano già prendendo piede modificando così il mondo del lavoro, per esempio: ci adatteremo molto di più al consumo a casa con ordinazioni quindi il mondo del lavoro sposterà milioni di persone dal cameriere al rider

stessa cosa vale per tutto quello che riguarda gli acquisti online specie di vestiario e scarpe; i negozi intesi come oggi diventeranno una sorta di magazzino in cui andremo a ritirare la merce (tipo i vani Amazon che piazza nei centri commerciali)

vi sarà una forte accelerazione nello smart-working, in sostanza in ufficio vi si andrà per depositare i lavori o fare qualche riunione e questo aprirà tantissimo lavoro per la sicurezza informatica (quindi chi lavora nel mondo delle VPN e simili)

in soldoni, questa pandemia ci porterà ad anticipare il progresso di una decina di anni con uno shock per le generazioni più esperte ma con un chiaro vantaggio per i più giovani già abituati molto di più ad un mondo che si basa sulla tecnologia

Il numero di contagiati è cresciuto proprio perché è aumentato il numero di controlli e tamponi, potenzialmente puoi aver avuto anche te il coronavirus ma non essertene nemmeno accorto. La maggior parte dei contagi avvenuti in Italia e registrati sono ASINTOMATICI.


Questo è vero, infatti io non ho mai paragonato influenza e coronavirus ma semplicemente evidenziato similitudini e differenze. Tra qualche mese probabilmente questo virus entrerà a far parte della vita di tutti noi, con una cura che si troverà e con mortalità che ci saranno come ci sono per altre patologie.

Se avete già compiuto 30 anni, complimenti: siete in questa immagine. Piccoli piccoli, ma ci siete. Da qualche parte in quel miniscolo puntino luminoso. Se non avete compiuto 30 anni, complimenti lo stesso: avete ancora una vita sociale. Però non siete in questa foto, il che è un vero peccato.

Oggi è il 30° compleanno del selfie più epico di sempre, il Pale Blue Dot. È una delle immagini più iconiche della storia dell’astronomia: credo di parlare a nome di tutti se dico che chi non la conosce è una brutta persona. Per l’occasione la NASA ha voluto regalarci una nuova versione dell’immagine, rielaborata con algoritmi moderni non disponibili all’epoca e – se posso permettermi di dirlo – forse ancora più bella e magica dell’originale stessa.

Il 14 febbraio 1990 la NASA inviò un comando alla sonda Voyager 1. Il segnale impiegò 5 ore e mezza per coprire i 6 miliardi di km che all’epoca separavano la navicella dal suo pianeta madre. Diceva alla sonda di voltarsi verso di noi e scattare una foto. La sonda, obbediente, lo fece. Si voltò e ci scattò una foto da 6 miliardi di km di distanza.

Così appariamo noi, da laggiù. Che non è nemmeno molto distante, da un punto di vista astronomico. Un pixel luminoso in una fotografia.
Bombardamenti meteorici, cambiamenti climatici, estinzioni di massa, vulcanesimo, glaciazioni, inondazioni: un pixel in una fotografia.
Procarioti, eucarioti, fotosintesi, selezione naturale: un pixel in una fotografia.
Imperatori, guerrafondai, capi spirituali, geni compresi e geni incompresi, condottieri, assassini, vittime, schiavi, martiri, contadini, criminali, innamorati: un pixel in una fotografia.

Fermatevi un momento a osservare il vuoto che c’è attorno a quel puntino. Fa impressione, vero? Una sconfinata distesa di spazio buio e freddo in cui per puro caso fa capolino un piccolo sassolino bagnato, che esiste solo perché tanto tempo fa qualche stella esplose portando lì un po’ di carbonio, un po’ di silicio, un po’ di ossigeno. E in quel puntino abita una stirpe di primati che sanno di aver paura di quel vuoto, eccome, ma per nasconderlo a volte battono l’osso per terra e lo scagliano in aria come nel film di Kubrick.

A volere questa foto fu il mai compianto abbastanza Carl Sagan, che seppe commentarla con parole ben più degne delle mie. È soltanto la foto un po’ sgranata di un minuscolo granello di polvere sperso nel cosmo infinito, e trafitto – direbbe Quasimodo – da un raggio di sole. Ma ci fa capire quanto sia arrogante non prenderci cura l’uno dell’altro e quanto sia necessario trattare con rispetto l’unica casa che abbiamo.