Prendete questo come un semplice pensiero o riflessione di un ragazzo di 19 anni. Fin da bambino il calcio è sempre stato la mia passione più grande, grazie anche, ma non solo, all'influenza di mio padre, tifoso sfegatato della Juventus. E così, appena possibile mi sono iscritto alla scuola calcio del mio paese. Da quel momento ho sempre messo il calcio nel gradino più alto delle mie priorità, mai una volta che ho saltato un allenamento perchè dovevo finire di fare i compiti o per un compleanno e cose simili. Tutto questo perchè mi piaceva da matti, giocare con i miei amici e compagni di squadra, cambiare allenatori e col tempo anche squadra. Sono sempre stato convinto che le emozioni che ci trasmette questo sport sono difficili da trovare altrove, anche nelle piccole cose che possono essere l'esultare tutti insieme per un goal realizzato, o gioire per una vittoria facendosi i gavettoni negli spogliatoi, col classico custode di turno che si lamentava perchè poi doveva pulire tutto lui. Certo, poi ci sono anche emozioni negative, ci mancherebbe. Ma non esiste solo il calcio giocato. Ho sempre seguito la mia squadra del cuore, la squadra della mia città, Ancona allo stadio e per televisione l'altra squadra per cui tifo che è la Juventus. Negli ultimi anni sono diventato un appassionato di calcio a 360 gradi, seguendo la Premier, la Liga e tanti altri campionati europei e non. Potrei dire, senza sbagliare, di essere entrato appieno nel calcio. A tutto questo aggiungeteci che vorrei fare il giornalista sportivo e il gioco è fatto. Sembrerebbero tutte rose e fiori, ma non è così. Eventi come Calciopoli prima, e Scommessopoli ora mi hanno profondamente sconvolto. E se tutto quello in cui credevo, dai sani valori dello sport, a calciatori e personaggi divenuti miti per me, fosse tutto una farsa? Vi faccio un piccolo esempio...Per me e per tutta Ancona, Salvatore Mastronunzio, capitano della squadra fino a quando era in serie B era un vero e proprio mito. Il suo nome veniva esaltato ad ogni partita. Ora si è preso 4 anni di squalifica per le ultime vicende note a tutti. Come mi dovrei sentire io ora? E se il calcio fosse divenuto, o fosse sempre stato, una cosa per pochi, e per di più ricchi, strapagati che non si accontentano mai delle loro ricchezze? E' giusto continuare ad illudersi? E' giusto continuare a sognare? Ne vale la pena?